- Radici bibliche (Torah): Le prime leggi sul cibo kosher compaiono nei Libri del Levitico e del Deuteronomio, dove Dio indica a Mosè e al popolo d’Israele cosa si può mangiare e cosa no. Non sono solo regole igieniche o salutistiche (come a volte si crede), ma precetti religiosi e identitari, segni di distinzione del popolo ebraico.
- Scopo spirituale: Mangiare kosher non è solo una questione di ingredienti, ma di disciplina, santificazione della vita quotidiana e connessione con Dio. In sostanza, anche l’atto di mangiare diventa un atto sacro.
Principi fondamentali della kashrut:
- Separazione tra carne e latte: Non si possono cucinare, servire o consumare insieme. È un principio fondamentale, nato dal versetto: “Non cuocerai il capretto nel latte di sua madre” (Esodo 23:19).
- Animali permessi e vietati:
- Terrestri: solo animali che ruminano e hanno lo zoccolo fesso (es. mucca, pecora). Vietati: maiale, cavallo, cammello.
- Marini: solo pesci con pinne e squame. Vietati: frutti di mare, molluschi, anguilla.
- Volatili: alcuni sì (pollo, tacchino), altri no (rapaci, uccelli impuri).
- Macellazione rituale (Shechità): Gli animali devono essere uccisi secondo una procedura precisa, da un macellaio esperto (shochet), per garantire il massimo rispetto e ridurre la sofferenza.
- Controllo e supervisione: Tutti gli ingredienti, utensili, e processi devono essere controllati da un’autorità rabbinica per garantire la conformità.
Evoluzione e diffusione:
- Diaspora: Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme (70 d.C.) e la dispersione del popolo ebraico, le regole kosher si sono adattate alle varie cucine locali, pur mantenendo intatti i principi religiosi. Ecco perché esistono cucine ebraico-sefardite (Mediterraneo, Nord Africa), ashkenazite (Europa dell’Est), yemenite, etiopi, ecc.
- Identità e resistenza: Il rispetto della kashrut è diventato uno dei modi in cui gli ebrei hanno preservato la loro identità culturale e religiosa, anche in condizioni di persecuzione e assimilazione forzata.
Oggi:
Oggi il mercato kosher è enorme e in crescita, anche tra i non ebrei, per motivi etici, salutistici o di tracciabilità. Ma per chi lo osserva religiosamente, il kosher non è una moda: è un patto eterno con Dio, radicato nei secoli.
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